Forse in questo palazzo, simbolo della Genova marinara, nacque il Milione. La tradizione identifica la prigione in cui Marco Polo avrebbe raccontato il suo viaggio a Rustichello da Pisa, proprio con l’allora (1298) palazzo della Dogana. L’edificio, oggi sede del Consorzio autonomo del Porto di Genova, era stato costruito nel 1260 su iniziativa del capitano del Popolo Guglielmo Boccanegra, che ne aveva affidato il progetto a Fra’ Oliverio, con l’intenzione di destinarlo a sede del governo cittadino: una funzione che avrebbe ricoperto solo per due anni. Nel 1407, il palazzo venne assegnato al neocostituito Banco di S. Giorgio, da cui prese l’attuale nome. Il 1570 vide l’inaugurazione dell’ala a mare, ornata nel 1606-08 da uno scenografico apparato di affreschi esterni eseguito da Lazzaro Tavarone: al rifacimento del 1912, opera di Lodovico Pogliaghi, ha fatto seguito il minuzioso restauro del 1990. Nel maestoso salone delle Compere si segnalano le statue dei Protettori del Banco e alcuni dipinti di pregio, quali la Madonna regina di Genova e S. Giorgio, a firma di Domenico Piola (secolo XVII), lo stemma di Genova e i simboli della Giustizia e della Fortezza (1490-91) di Francesco De Ferrari, e S. Giorgio dei Genovesi e l’emblema del Banco (1444), opera di Luchino da Milano. Nella sala dei Protettori spicca il monumentale camino di Giovanni Giacomo della Porta (1554). L’edificio medievale, invece, deve l’aspetto odierno a un intervento di fine ’800, diretto da Alfredo D’Andrade. Al n. 14 di vico Caprettari si trova la bottega di Barbiere arredata in stile Art Déco, di proprietà del FAI.