Il palazzo, fondamentale esempio di dimora patrizia torinese, risale agli inizi del Seicento e venne restaurato nel Settecento da Benedetto Alfieri, al quale si devono la decorazione e il disegno di alcuni mobili. Al piano nobile, si accede alle due stanze che furono abitate da Silvio Pellico dal 1834, quando, reduce dalla prigione dello Spielberg, ebbe l'incarico di bibliotecario. Dal 2000 fanno ufficialmente parte del percorso di visita del palazzo le cantine con splendide volte e mattoni a vista, che hanno custodito fino al 1919 le botti per l’invecchiamento del vino Barolo.