L’affermazione che le terme furono inventate a Baia può sembrare esagerata. Ma tale attribuzione si fonda sul fatto assodato che la località fu a lungo il più prodigioso santuario di vapori e sorgenti dell’antichità. Dopo la caduta di Roma, Goti, Vandali e Longobardi dimostrarono interesse per le sorgenti e nei secoli successivi molti illustri visitatori, tra cui Federico II, vi si recarono per curarsi. Nel corso del ’200, nell’ambito del complesso termale di Tripergole, erano in funzione ben 18 bagni. Alla fine del secolo fu creato persino un ospedale per accogliere gli infermi meno abbienti. L’eruzione del 1538, che in una sola notte cancellò il villaggio di Tripergole, segnò la scomparsa del termalismo puteolano. A parte un breve ritorno alla notorietà nell’800 con il Grand Tour, è solo negli anni Sessanta del ’900 che è avvenuta la riscoperta della sorgente Silviana sulla quale è stato edificato l’attuale complesso delle Terme Stufe di Nerone. Qui, alle tradizionali cure inalatorie e ginecologiche basate sull’utilizzo delle acque ipertermali si affiancano i più recenti percorsi terapeutici dinamici con idrochinesiterapia e massoterapia (Percorso Schiena, Percorso Anca, Percorso Donna, tra gli altri) da praticare nella cornice dello stabilimento, con grotte naturali, prati e pergole.