Trasformata da Napoleone in teatro nel 1814, la Chiesa del Carmine fu eretta nel 1618 per volere di Orazio di Borbone, allora governatore della città, come cappella del vicino ospedale omonimo. Con pianta a croce greca, era la chiesa più alta e ricca della città di Portoferraio. Nei primi anni dell'800 venne sconsacrata e usata per fini bellici diventando così un semplice magazzino. Nel 1814 Napoleone, non senza aver consultato il sindaco Traditi, volle trasformarla in teatro per ospitare rappresentazioni e feste. Per reperire i fondi necessari alla costruzione, mise in vendita i 65 palchi del Teatro che divennero motivo di grandi liti fra le famiglie "buone" della società elbana: tutti volevano acquistare i palchi più costosi per dimostrare la maggiore importanza del loro cognome. Il 22 gennaio 1815 vi si organizzò la prima festa da ballo con grande sfoggio di abiti e gioielli. Il Teatro, gestito dall'Accademia dei Fortunati, continuò ad ospitare rappresentazioni, feste e masquerade fino agli inizi del '900 quando, per le grandi difficoltà economiche che investirono l'Elba (e l'Europa intera), venne abbandonato. Negli anni '30 fu riaperto per ospitare feste e balli fino ad essere trasformato, nel dopoguerra, in cinematografo. Con l'apertura del cinema Astra, più moderno e capiente, fu chiuso nel 1952 e abbandonato fino al 1997 quando, dopo un attento restauro, è tornato al suo antico splendore. Dell'antica Chiesa rimane la maestosità, le colonne laterali e l'abside, completamente incastonato sotto il palcoscenico. Del periodo napoleonico si è conservato il sipario, dipinto da Vincenzo Antonio Revelli (l'autore degli affreschi delle residenze napoleoniche). La scena è una rappresentazione bucolica, dove Napoleone veste i panni di Apollo, dio delle arti.