Appendice signorile della vicina Reggio Emilia (a circa 9 km), in posizione intermedia tra la città e l’Appennino, la cittadina è raggruppata ai piedi di un colle boscoso, ed è composta dall’insieme di tre comunità (Borzano, Montericco, Albinea-Fola) riunificate definitivamente dopo l’Unità d’Italia. Su ogni colle sorgono un castello e una pieve, memorie di un sistema difensivo prospiciente la pianura per garantire la protezione dei territori matildici dalle invasioni barbariche. Secolari dimore di campagna, residenze nobiliari o alto borghesi di pregevole architettura, sono il segno distintivo dell’abitato di Albinea: oltre a villa Arnò e villa Tarabini-Viganò, sulle colline che fan corona a via Chiesa di Albinea, si incontrano villa Sidoli-Rossi (secolo XVII), con annesso parco romantico tardo-ottocentesco, famosa per l’attacco avvenuto nel 1945 di paracadutisti inglesi e russi, affiancati da partigiani, a una sezione del Comando tedesco, quindi la neoclassica villa Moratti e, a est, la sobria villa Calvi (secolo XVIII).