Istituito nel marzo del 1987 per tutelare un ambiente naturale unico per la sua bellezza, si estende dalla vetta del vulcano più alto d'Europa (m 3350) fino a quote collinari, dove sono ben visibili gli interventi dell'insediamento dell'uomo, per totali 59.000 ettari nei quali sono raggruppati 20 comuni: Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Castiglione di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Maletto, Màscali, Milo, Nicolosi, Pedara, Piedimonte Etneo, Ragalna, Randazzo, Sant'Àlfio, Santa Maria di Licodìa, Trecastagni, Viagrande, Zafferana Etnea. Sulle pendici dell'Etna il paesaggio è un susseguirsi di sfumature di colori: chi intraprende la salita al vulcano passa dapprima tra vigneti, frutteti, colture di pistacchio, noccioleti, per poi immergersi nei campi di ginestra e quindi raggiungere le zone delle colate laviche che rendono affascinante e quasi lunare il paesaggio. La flora del vulcano è composta principalmente da alberi di pino, leccio, roverella, faggio, quercia. A quote più alte cresce la betulla endemica e a 2300 metri è possibile scoprire il segreto dell'Astragalus siculus (astragalo dell'Etna), una piantina che la gente locale chiama comunemente "spino santo" per via di grosse spine presenti sui rami. Qui fioriscono anche la viola, il cerastio, il "nontiscordardimé". A 3000 metri ci si imbatte nei ciuffi rossi del romice, una pianta che riesce a sopravvivere e colonizzare le sabbie basaltiche del vulcano. Tra le molteplici varietà di fauna, è possibile scoprire a 1500 metri, tra il giallo delle ginestre, il codirosso spazzacamino con il suo melodioso canto, un uccello grigio con la coda color ruggine. Mentre incamminandosi nei boschi, non sfuggiranno le impronte del riccio, del gatto selvatico (specie in estinzione in Sicilia), della volpe, del ghiro e, se si è fortunati, anche qualche aculeo dell'istrice. Non mancano conigli e lepri. Da quando è stato istituito il Parco, sulle pendici del monte è tornata a nidificare l'aquila reale, presente in Sicilia soltanto con pochissimi esemplari. Altri uccelli presenti sono lo sparviero (raro), la poiana, il gheppio, il falco pellegrino, il barbagianni, l'assiolo, l'allocco e il gufo comune. Il Parco dell'Etna è stato suddiviso in 5 zone: A, B, C, C Altomontana e D. La zona A ha un'estensione di 19.000 ettari e va da quota 870 (monte Minardo, a ovest) ai crateri sommitali (m 3300). La zona B si estende per 26.000 ettari e va da quota 640 (monte Gorna, a est) a quota 1880 (monte Vetore, a sud); è formata in gran parte dai boschi di pino laricio, leccio, roverella, cerro, castagno e, a quote più basse, da vigneti, noccioleti, pistacchieti, pereti e meleti. In questa zona è vietata ogni costruzione edilizia residenziale, sono invece consentite le infrastrutture per l'agricoltura. Il paesaggio è frastagliato dalla presenza di molte colate laviche antiche e recenti. Le zone C (4000 ettari) e D (10 000 ettari) costituiscono il Preparco. La prima è compresa tra i 600 e gli 800 metri, mentre la seconda parte da quota 580 metri. La zona C Altomontana è costituita invece da due aree di complessivi 800 ettari situate all'interno della zona A. Si tratta di aree dove, ancora prima dell'istituzione del Parco, erano stati realizzati insediamenti turistici (funivia, alberghi, bar-ristoranti) a tutt'oggi in attività. Sono numerose e piacevoli le escursioni praticabili nell'area del vulcano: la salita al Rifugio Sapienza, al Rifugio Citelli, al Parco comunale di contrada Cava o alla Grotta del Gelo, il più meridionale dei ghiacciai perenni del nostro emisfero. La Prefettura ha fissato a quota 2900 metri il limite della zona di rispetto intorno alla sommità del vulcano, quota che non è consigliabile superare, almeno nei periodi in cui vengono riscontrati possibili pericoli per l'escursionista. È comunque consigliabile munirsi di una carta a scala adeguata, ottenere informazioni aggiornate ed eventualmente richiedere l'assistenza di una guida esperta.