Localizzata a circa 30 m di profondità e a 4 m sotto il livello del mare, fu scoperta nel 1750 e in parte scavata negli anni in cui prese avvio l'esplorazione di Ercolano e Pompei (1750-61). La villa è attualmente chiusa per lavori di scavo ancora in corso. Appartenuta a un ricco personaggio della famiglia dei Pisoni, Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, suocero di Giulio Cesare e nemico di Cicerone, fu costruita nel 60 a.C. in magnifica posizione a picco sul mare, con una fronte di oltre 250 m. Salotto di intellettuali e filosofi, ha un valore storico e artistico incalcolabile per la collezione di sculture ritrovate (58 di bronzo e 21 di marmo, oggi in una sezione del Museo Archeologico Nazionale di Napoli) e per i papiri (circa 1800) raccolti nella biblioteca contenenti in gran parte testi in greco del filosofo epicureo Filodemo di Gadara, ora conservati alla biblioteca di Palazzo Reale. La villa prende il nome proprio da questi rotoli (molti dei quali carbonizzati), che riportavano scritti di etica, eloquenza, amore, pazzia, alcuni dei quali scritti anche in latino. L'accesso a sud-ovest dà inizio alla visita: il percorso conduce dapprima al piano inferiore, in una piccola stanza affrescata da pitture di tralci di vite, animali marini e Amorini. Al piano superiore si apre l'atrio, con i resti di sedici stanze e del loggiato. Seguono poi ancora triclini, sale e corridoi con pavimento a mosaico. Il peristilio era circondato da un magnifico colonnato, con portici e una lunghissima piscina al centro. Nel giardino, fra le numerose colonne e fontane, statue di lottatori, danzatrici, ninfe e il famoso Mercurio ora al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.