Al primo piano, un nuovo allestimento in corso di attuazione consentirà di seguire la storia della città e del territorio dal Paleolitico ai nostri giorni. Articolato per nuclei tematici che fanno riferimento al sistema dei percorsi e delle strade che fin dalla preistoria caratterizzano l’insediamento umano nel territorio reggiano, accoglie la Venere neolitica di Chiozza di Scandiano, la tazza d’oro di Montecchio Emilia, risalente ai primi secoli del II millennio a.C., il cosiddetto “tesoro romano-barbarico” (fine secolo V) con oreficerie e monete di età imperiale, costantinopolitana e barbarica e alcuni corredi funerari di tipo longobardo. Al percorso della via Emilia fanno da contrappunto, a partire dall’epoca medievale, alcuni nodi tematici (la città, la piazza, la chiesa, il teatro) letti mediante le testimonianze che, attraverso i secoli, ne documentano l’evoluzione legata alla vita cittadina. Tra i materiali esposti: gli automi dell’orologio del Comune (secolo XVI); dipinti di Nicolò dell’Abate, Alessandro Tiarini, Luca Ferrari, Paolo Emilio Besenzi, Palma il Giovane, Fra’ Stefano da Carpi, Gaetano Gandolfi. Approfondimenti più direttamente collegati alla storia della pittura presentano la bella collezione di autoritratti e una sezione dedicata alla cultura accademica dell’Ottocento (con opere di Prospero Minghetti, Alfonso Chierici, Giovanni Fontanesi, Alessandro Prampolini, Alfonso Beccaluva, Gaetano Chierici, Cirillo Manicardi, Lazzaro Pasini). Particolare evidenza viene data alle opere di Antonio Fontanesi (“La solitudine”, “Tempio a Tokyo”), interprete di levatura europea della stagione del romanticismo, mentre la sezione novecentesca, che si apre con opere di Augusto Mussini, Giovanni e Romeo Costetti, Ottorino Davoli segue l’evoluzione della pittura fino a esiti di produzione recente. Il secondo piano del palazzo, concepito come temporary museum, ospita (accanto a una stanza dedicata all’opera di Claudio Parmiggiani “Croce di luce”) mostre e laboratori collegati alle ampie tematiche sollecitate dalle collezioni museali, aperte alla discussione e al dibattito contemporaneo con particolare attenzione alle prospettive della creatività e dell’innovazione.