Una ridente scacchiera di vigneti precede l’avvicinamento alla costa della statale 127 bis, che costeggia il mare alle pendici orientali del monte Timidone, sommità della formazione calcarea di capo Caccia. Il promontorio, dagli scoscesi e alti contorni intarsiati da aeree falesie e caverne, nido e rifugio di grifoni, chiude a U l’incantevole insenatura di Porto Conte, il Portus Nimpharum di Tolomeo. Nella parete occidentale di capo Caccia, a strapiombo sul mare, si apre l’escala del Cabirol (capriolo): i suoi 656 gradini scavati arditamente nella strapiombante parete rocciosa portano all’entrata della grotta di Nettuno. Nella parete opposta a quella della grotta di Nettuno si apre l’ingresso alla grotta Verde, cui si accede dalla parte alta del promontorio vicino alla torre del Bulo (XVII secolo); la grotta è a 80 m più sotto, nel cuore della roccia, quasi a livello del mare. Al suo interno sono stati trovati resti di presenza umana databili al Neolitico antico. Alla grotta dei Ricami si arriva invece solo dal mare, nella parete di capo Caccia che guarda verso Alghero; l’ingresso è a 4 m sulla superficie dell’acqua. Le nivee concrezioni cristalline dell’interno sono singolari per la ricchezza e la straordinaria varietà delle forme. Tutta l’insenatura di Porto Conte, unitamente al tratto di mare compreso tra la punta Cristallo, limite nord-ovest del promontorio, e il capo Galera a est, verso Alghero, fanno parte dal 2002 dell’Area marina protetta di Capo Caccia-Isola Piana e dal 1999 del Parco regionale di Porto Conte, che comprende anche il promontorio di punta del Giglio (attrezzato con un bel percorso escursionistico e per la mountain bike dalla spiaggia delle Bombarde a Porto Conte) e lo stagno di Calich. Nell’ex colonia penale di Tramariglio, interessante nucleo di edifici realizzati tra il 1939 e il 1941, si trova un centro visite del parco.