Sorge in questo popoloso centro agricolo del territorio di Nardò una delle più significative testimonianze di architettura tardobarocca nella penisola salentina. Si tratta dell'imponente santuario del Crocifisso, eretto tra il 1683 e il 1696 sulle rovine di un preesistente tempio (1622-23) crollato nel 1683. Davvero monumentale la sua facciata, ornata di decori rococò e nicchie con statue di santi, che nel finestrone centrale e nella piccola finestra rettangolare sotto il frontone spezzato presenta grate in pietra traforata, elemento tipico della zona. Particolarmente fastoso anche l'interno, con soffitto a cassettoni scolpiti e dorati, cupola affrescata (Esaltazione della Croce a Gerusalemme) e uno scenografico altare maggiore, che racchiude i frammenti di un'antica icona ritenuta miracolosa. Di fronte al santuario, alla cui costruzione partecipò anche Giuseppe Zimbalo, si leva il possente mastio quattrocentesco del Palazzo Marchesale (XVI secolo), appartenuto ai Belmonte-Pignatelli. Accanto è l'ex convento dei Domenicani, edificio cinquecentesco oggi sede del Municipio. Risale al 1595 la chiesa Matrice di S. Maria Assunta, nella cui semplice ma elegante facciata, alleggerita da bifora e monofore, si riconoscerebbe un intervento di Giovanni Maria Tarantino. Tra le tele barocche custodite al suo interno, merita attenzione la solenne Crocifissione nella seconda cappella a destra, considerata una delle opere più interessanti di Antonio Donato d'Orlando.
Del 1599 è il grande Crocifisso ligneo sopra l'altare maggiore. Cinquecentesca è anche la chiesa dei Ss. Sebastiano e Rocco (o di S. Antonio) nella piazza principale del nucleo storico, nella quale prospetta anche il Sedile (XVI secolo) accompagnato dalla Torre civica secentesca.