La villa fu realizzata fra 1932 e 1935 da Piero Portaluppi, con interventi successivi di Tommaso Buzzi, ed è un interessante esempio di architettura razionalista con elementi art déco. Il FAI ha ereditato la proprietà, e ha curato il restauro. Oggi villa Necchi Campiglio è aperta al pubblico come raro esempio di residenza urbana nel cuore del centro. Oltre che dai sontuosi arredi e dalle raffinate decorazioni interne, che sono significativi esempi del design dell’epoca, il visitatore è colpito dall’armonico insieme della residenza, che rivela lo stile di vita e il gusto di una famiglia dell’alta borghesia industriale lombarda. Si visitano le sale di rappresentanza, come pure le stanze di servizio – l’office, le cucine, i bagni, la stireria, ancora dotati di arredi e impianti tecnici d’epoca – in cui si svolgevano le attività domestiche quotidiane. Completano la visita la collezione De’ Micheli di dipinti e di arti decorative settecentesche, con opere del Canaletto e di Tiepolo, e la collezione Gian Ferrari di arte italiana del primo ’900, con tele di Sironi e De Chirico e sculture di Arturo Martini. Nello splendido giardino di Villa Necchi Campiglio si organizzano manifestazioni dedicate al giardinaggio, alla floricoltura e più in generale alla passione per il verde come, a inizio marzo, la mostra-mercato ‘Un soffio di primavera’ che riunisce circa trenta vivaisti italiani e stranieri accomunati da produzioni di alta qualità, a cui si aggiungono anche mostre fotografiche a tema e dibattiti sul tema dei giardini, della cura del verde e della tutela della biodiversità.