Archeologia, natura e storia agraria si uniscono armoniosamente nell'Oasi di Porto alla foce del Tevere, a pochi chilometri dal centro di Roma. Il grande parco è incentrato sull'antico porto romano costruito dall'imperatore Traiano tra gli anni 100-112 d.C. in appoggio al preesistente porto di Claudio. Qui approdavano le navi provenienti da tutto il Mediterraneo, qui sbarcavano le merci destinate a risalire il fiume fino a Roma. Nel corso dei secoli, l'area fu abbandonata, interrata dai detriti del Tevere e dal ritirarsi della linea costiera, oltre che invasa da acque stagnanti e malariche. Solo dopo il 1920 la bonifica della zona portò alla costruzione del lago di Traiano, un grande bacino idrico perfettamente esagonale con lato di 357 metri e superficie complessiva di 33 ettari, alimentato dalle acque del Tevere e fornitore di un sistema di canalizzazioni per l'irrigazione della vasta area circostante. Tutto ciò rese rapidamente possibile l'insediamento umano e un utilizzo agricolo altamente qualificato e produttivo. Nel dopoguerra, lo sviluppo spontaneo urbano e la costruzione dell'aeroporto Leonardo da Vinci su parte di questi stessi terreni costrinsero la proprietà a riconvertire a verde le aree circostanti il lago, oggi al centro di un grande parco, unico per aspetto botanico e faunistico. Dal punto di vista botanico, chi si addentra in questo grande polmone verde può individuare le tracce dell'insediamento umano degli anni Venti: viali alberati, strade campestri, campi delimitati da piccoli canali di scolo e alberi da frutto. Si ammirano alberi monumentali: pini domestici, platani, bagolari, tigli, pioppi, frassini; si percorrono poi zone ancora acquitrinose, ricche di vegetazione lacustre, aree di macchia mediterranea, giovani boschetti. Massiccia anche la presenza di specie arboree introdotte successivamente e ormai perfettamente inserite, come per esempio gli eucalipti, di origine australiana. L'oasi è punto di sosta in primavera e in autunno di uccelli migratori acquatici, in volo tra le regioni mediterranee e quelle nord-europee, e costituisce un tranquillo habitat per molte specie stanziali. Sono presenti, in particolare, anatre di diverse famiglie, svassi, cormorani, aironi, beccaccini, gabbiani, rondini di mare, cavalieri d'Italia e i più svariati volatili per un totale di 130 specie. I periodi migliori per osservarli sono il tardo autunno e l'inverno, mentre nella primavera le presenze sono più contenute e si osservano soprattutto le specie che sostano qui per nidificare. Basta fermarsi nelle due postazioni che l'oasi mette a disposizione per il birdwatching: la casina delle anatre che si affaccia sul lago, e lo stagno dei trampolieri. Il comprensorio infine, oltre alla conservazione degli aspetti ambientali e di quelli storici, assume un particolare significato perché è un raro esempio di tutela nel contesto della campagna romana, quasi alle porte della capitale.<div id="poi-openinghours">Apertura: metà ottobre-metà giugno, giovedì e domenica 10-16</div><div id="poi-conditions">ingresso a pagamento</div>