Sutri sorge su un rilievo che domina la Cassia e ha origini molto antiche.

COSA VEDERE

Furono maestranze etrusche a costruire quello che oggi è il simbolo della cittadina: lo splendido anfiteatro, uno dei più grandiosi monumenti antichi della Tuscia e del Lazio. Compreso, insieme ad altri ritrovamenti nel Parco regionale Antichissima Città di Sutri, si trova in una delle aree più belle del viterbese. Lo rende unico il fatto di non essere stato edificato, ma interamente scavato a mano in un banco di tufo. Usciti dall’anfiteatro si individuano una serie di tombe etrusche, con apertura ad arco (V secolo a.C.) e, poco oltre, la piccola cappella votiva della Madonna del Parto. Entrando nel borgo, dalla Via Cassia si imbocca la strada che arriva all’abitato, circondato da resti della cinta muraria medievale con alcune antiche porte. Case con i tetti scuri, frammenti romani incastrati fra le mura di abitazioni più recenti, decorazioni medievali sui portali segnano il percorso verso il Duomo, di origine romanica. Piazzette armoniose, fontane eleganti piccole chiese accompagnano lungo la passeggiata attraverso il centro storico fino all’ingresso dell’ex-Ospedale, in cui ha sede dal 1998 il Museo del Patrimonium, dove Sutri etrusca e romana è raccontata con sculture, sarcofagi e incunaboli.

Perché Bandiera Arancione:

“La località, immersa nel contesto naturalistico di grande interesse del Parco regionale Antichissima Città di Sutri, presenta numerosi punti di interesse storico-culturali valorizzati da efficienti pannelli informativi. Il borgo offre al turista un’ottima scelta tra varie strutture ricettive e ristorative, e durante l’anno è attivo un ricco calendario di manifestazioni e eventi promossi dall’Amministrazione Comunale.” Lorenzo, ghost visitor TCI