Alla fine dell’Ottocento a Porto Lignano, sulla punta della penisola, immersa in una fitta pineta, non c’era altro che una casermetta della Guardia di Finanza per scoraggiare il contrabbando in laguna, allora attraversata dal confine italo-austriaco. I pochi visitatori arrivavano al litorale solo in battello da Marano. Anche se già nel 1903 si costruirono un albergo e un primo piccolo impianto balneare, lo sviluppo turistico arrivò solo alla fine degli anni ’20. Nel 1935 Lignano prese il nome di Sabbiadoro, per i colori della sua spiaggia, e durante il boom nacque Lignano Pineta (1953-56), su progetto di Marcello D’Olivo: un insediamento concepito con una pianta disegnata a spirale, così da poter sostenere incrementi successivi inserendosi armoniosamente nell’ambiente. In riva al mare, piccolo vanto dei lignanesi, è il parco Hemingway, al quale questo angolo di laguna, conosciuto nel corso di battute di caccia, sembrava una sorta di Florida italiana.
Tra Sabbiadoro e Pineta venne ricostruita nel 1965 la quattrocentesca chiesa di S. Maria del Mare, col suo bel ciclo coevo di affreschi, che si trovava a Bevazzana, in perenne pericolo per le periodiche piene
del Tagliamento. Tra Lignano Pineta e la foce del fiume è Lignano Riviera, costruita negli anni ‘60 con pianta a scacchiera irregolare.
Da segnalare le Terme marine (1963), un elegante edificio con terrazza per sabbiature e bagni di sole.