In uno dei tratti più spettacolari della costa siciliana, originariamente costituiva l'emporio delle elime Segesta ed Èrice. In età altomedievale, sotto la dominazione araba, il luogo divenne una roccaforte inespugnabile. Furono proprio gli arabi a connotare il centro come importante polo commerciale alla confluenza di flussi di traffico verso l'interno, insediandovi la tonnara e il caricatore. La cittadina, che nel periodo aragonese (1281-1410) si era arricchita soprattutto con l'esportazione del grano, conobbe un ulteriore sviluppo con la nascita, a ridosso del Castello, di un borgo: fondato nel 1530, era circondato da mura e da un fossato e organizzato lungo un asse longitudinale; fra il XVIII e il XIX secolo subì un'altra espansione, che prolungò l'abitato sino alle pendici del monte. Su un piccolo promontorio si erge il Castello, , costruito dai saraceni, rimaneggiato in età normanna e sveva e infine riedificato dagli aragonesi. Nei suoi ambienti è allestito il Polo museale «La memoria del Mediterraneo» con sezioni dedicate all'archeologia (con reperti subacquei), alle attività produttive locali, alla tonnara, alla navigazione e ai mulini. Il museo «Annalisa Buccellato», privato, raccoglie oggetti di lavoro e cultura materiale. Tra gli edifici di culto si segnalano la settecentesca chiesa Madre, più volte modificata, dedicata alla Ss. Vergine del Soccorso, patrona della città; nella cappella in fondo alla navata laterale di sinistra si trova il simulacro della Patrona, realizzato probabilmente dalla scuola di Luca della Robbia. Gran parte degli affreschi venne realizzata dal pittore Giuseppe Tresca nel 1768. Di interesse anche la chiesetta del Rosario, comunemente detta «della Madonna di l'Agnuni», edificata probabilmente nel 1093 e impreziosita da un portale cinquecentesco decorato nel timpano triangolare da un bassorilievo marmoreo.