Al centro del grosso borgo, disposto con planimetria allungata sul pendio del monte S. Michele, l’ampia piazza S. Pietro allinea un interessante complesso religioso formato da più edifici. La Parrocchiale, in buona parte barocca con bel campanile gugliato, ne è il fulcro: la fiancheggiano a destra l’oratorio di S. Croce e la canonica, mentre a sinistra le si affianca il recinto dell’antico camposanto (interessanti lapidi con scritte logudoresi) col seicentesco oratorio del Rosario. La canonica ospita la Pinacoteca, che deriva dalla raccolta di Giovanni Spano, archeologo e linguista ploaghese, e comprende dipinti di scuola sarda e di scuole italiane dal XV al XVIII secolo; spicca tra i primi una bella Sacra Famiglia del cosiddetto Maestro di Ozieri. Nell’oratorio di S. Croce sono custoditi invece i due candelieri votivi che, a somiglianza di quelli di Sassari, vengono curati dalle due principali categorie (i gremi) di lavoratori tradizionali, contadini e pastori; escono in processione in agosto (i giorni 14 e 23) e al Corpus Domini. Il paese è rinomato per l’abilità delle sue tessitrici, che sanno innovare con gusto i moduli tradizionali dei tappeti, realizzati con la tecnica a pibiones, a grani, e dei finissimi arazzi a mustra de agu, a ricamo, sempre su telaio orizzontale. Poco distante, nei pressi dell’incrocio con la statale 597 per Sassari, è la chiesa di S. Michele di Salvènero e, 3 km più avanti, la basilica della SS. Trinità di Saccargia.