Il mostro omerico a sei teste che ghermiva i marinai dalle navi aleggia sul borgo sospeso tra roccia e mare, con le case del rione Chianalea schierate come palafitte sull’acqua cristallina. Antico e leggendario approdo roccioso sulla sponda orientale dello stretto di Messina, oggi il nome di Scilla è legato a uno dei più caratteristici abitati della Costa Viola. Importante centro per la pesca del pesce spada, è frequentato in estate per la lunga spiaggia accarezzata da acque ancora limpide e per le intatte atmosfere di vecchio borgo marinaro. Uno sperone di roccia a picco sul mare divide due marine. Da una parte Marina Grande, con l’arenile, le case allineate sul lungomare, le trattorie dove gustare pesce freschissimo e la secentesca chiesa dello Spirito Santo. Dal rione Chianalea invece, una stradina entra nell’abitato. Dopo la baia-riparo, la strada si restringe e inizia la parte più antica e pittoresca. Sul lato mare, in particolare, sorgono i famosi piccoli fabbricati delle famiglie di pescatori, con il lato occidentale che dà direttamente sugli scogli