La struttura del borgo fa pensare a fiumi e laghi, forse a un’isola. Sarà a causa del nome, che la leggenda collega a una sorgente salutare per il cavallo dell’imperatore Tiberio. Il periodo d’oro di Bagnacavallo, florido anche in precedenza sotto i Malvicini, coincide con la dominazione estense (1440-1598), come testimoniano le tante opere d’arte, ma non gli edifici, distrutti dal terremoto del 1688. Capiterà di riconoscere posti già visti sullo schermo, perché il connubio fra Bagnacavallo e il cinema è più che consolidato. De Sica, i Taviani, Pupi Avati e Soldini sono solo alcuni dei registi che lo hanno scelto come set, con una predilezione per piazza Nuova, di forma ellittica, racchiusa da una struttura muraria porticata verso l’interno. Oltre porta Pieve, il monumento più famoso del paese: San Pietro in Sylvis (VII secolo, restaurata nel 1932) con affreschi trecenteschi di un anonimo pittore di scuola riminese.