Posta, come le Petralìe, sul vecchio collegamento fra Catania e Palermo, e dimenticata dalle frenesie commerciali ed edilizie degli ultimi anni, Gangi mantiene inalterato il suo originario impianto medievale. Gli edifici ricoprono, come un mantello, i fianchi della collina e costruiscono attorno al castello dei Ventimiglia, primo nucleo insediativo, un tessuto urbano compatto attraversato dall'asse viario longitudinale dei corsi Umberto I e G. Fedele Vitale, dove si trova il Museo civico di palazzo Sgadari, intercalato dalle ripide e tortuose diramazioni trasversali in discesa. Antica come il castello, la massiccia torre dei Ventimiglia fu la prima residenza dei signori e in seguito venne adattata a campanile della chiesa Madre. Questa, costruita nel XVIII secolo ampliando un oratorio trecentesco, conserva all'interno pregevoli opere d'arte, tra cui nel presbiterio, la grande tela del Giudizio universale (1629), capolavoro del gangitano Giuseppe Salerno che ripete l'affresco michelangiolesco della Cappella Sistina. Nelle vicinanze, su corso Fedele Vitale, da notare gli archi a tutto sesto delle cosiddette botteghe romane, risalenti al XVI secolo. Più giù, sui gradoni di via Madrice, si trova la chiesa del SS. Salvatore (1612), che custodisce sull'altare maggiore un bel Crocifisso ligneo di fra Umile da Petralìa. Scendendo ancora si raggiunge il convento dei Cappuccini con la chiesa di S. Maria degli Angeli e l'annesso museo.