Affacciata sul Golfo di Napoli, Sorrento è adagiata su una terrazza naturale di tufo e occupa l’area settentrionale della penisola e della costa che prendono il suo nome. Alzi la mano chi non ha mai sognato di andarla a visitare dopo aver ascoltato una delle più celebri canzoni napoletane: “Torna a Surriento”. La città è, infatti, un autentico spettacolo della natura, disegnata fra il mare turchese, gli orti e gli agrumeti della costa che scende a picco sul mare, e i boschi e gli uliveti dell’interno. Secondo la leggenda il suo antico nome, Surrentum, deriverebbe dalle sirene che cantando ammaliavano i marinai. La struttura urbanistica con strade a croce rimanda alla probabile fondazione greca, ma altrettanto evidenti sono le testimonianze lasciate dai romani che consideravano Sorrento un privilegiato luogo di villeggiatura. Il nucleo storico è compreso fra viale degli Aranci e piazza Tasso, centro nevralgico della città, da cui parte il caratteristico vicolo di Sant'Antonino, patrono della città. Non distante, su via Pietà, s’innalza su cinque piani il campanile del Duomo; l’edificio è staccato dalla chiesa che, di antiche origini, fu ricostruita nel Quattrocento e più volte restaurata. Via San Cesareo è invece la strada da percorrere se si ha intenzione di acquistare i prodotti tipici di Sorrento: da quelli gastronomici (‘delizie al limone’, conserve di frutta, formaggi e vini, limoncello e nocillo) a quelli degli artigiani (sculture e oggetti d’uso quotidiano in legno, gioielli in corallo o in argento, ceramiche artistiche e ricami).