L'antica Stabiae dalle ville grandiose conobbe la stessa sorte degli altri centri romani alle falde del Vesuvio, sepolti dall'eruzione del 79 d.C. Rinacque intorno a un castello (“Castrum ad mare de Stabiis”) sorto nel secolo IX a difesa di una delle fonti termali presenti nel territorio. Il volto industriale della città moderna, iniziò a delinearsi nel '700, quando Carlo III di Borbone, oltre a promuovere scavi sistematici nel territorio, v'istituì una fabbrica di cristalli; il figlio ingrandì il porto e vi fondò i cantieri navali, ampliati ulteriormente da Ferdinando II che dotò la zona di una strada ferrata per Napoli e della rotabile per Sorrento. Iniziative che contrassegnarono positivamente lo sviluppo dell'abitato, il cui tessuto è stato però alterato dalla moderna espansione. Piazza Giovanni XXIII, centro della città, si trova il Duomo cinquecentesco, con tele settecentesche di Nunzio Russo, Giuseppe Bonito, Giacinto Diano, una statua di S. Michele del secolo XV e un ciborio marmoreo del XVI secolo. Sul fronte opposto, nella chiesa del Gesù (1615) opere di Paolo De Matteis e Luca Giordano. Tra la piazza e il mare, nella Villa comunale si alza tra le palme la Cassa armonica (1901, rifatta nel 1911), padiglione musicale in ghisa con esili colonne tortili a sostegno di una copertura vetrata. Il porto è uno dei più importanti dell'Italia meridionale e vanta la gloriosa tradizione del Cantiere navale. Vi furono costruite la prima goletta a vapore (1835), la prima corazzata italiana (1876) e la nave scuola Amerigo Vespucci. Nei pressi del porto sono le Antiche Terme, aperte pure da quel Borbone e ancora in funzione. L'Antiquarium stabiano (via Marco Mario 2, chiuso, in attesa di trasferimento) raccoglie reperti provenienti dalle ville stabiane, in particolare stucchi e affreschi. La strada panoramica abbraccia a monte l'abitato e offre splendide viste sui golfo di Napoli. La si imbocca nel tratto che prende il nome di viale Europa, superando in breve il complesso delle Nuove Terme stabiane (1964), nella piana del Solaro, dove sgorgano le 23 sorgenti di acque cloruro-sodiche utilizzate ancor oggi a scopo terapeutico ed estetico. Si lascia poi a sinistra la via che conduce alla villa Quisisana, costruita da Roberto I d'Angiò nel 1310, poi residenza reale dei Borbone, poi adattata a ospedale, quindi ad albergo e successivamente abbandonata (in corso importanti interventi per trasformarla in sede di una Scuola di Alta formazione in restauro nonché del Museo archeologico di “Stabiae”).Si giunge infine al Castello d'origine altomedievale, ampliato e rafforzato da Federico II e Carlo I d'Angiò.