A nord-ovest di Baia, si trova nella zona più antica dei Campi Flegrei (è servita dalla Ferrovia Circumflegrea da Napoli). Non fu soltanto la prima colonia greca sulla terraferma italiana, ma anche una tra le più ricche e colte (le si deve l'introduzione dell'alfabeto nella penisola), e certamente l'unica a godere di un filo diretto con gli dei dell'Olimpo, grazie ai vaticini della sibilla. Fondata negli ultimi decenni dell'XIII secolo, la città divenne ben presto un importante centro commerciale, in stretto contatto con i centri dell'Etruria, dai quali importava il ferro delle miniere dell'isola d'Elba esportandovi i gioielli che giungevano dall'Oriente. In epoca romana le sue sorti amministrative furono connesse a quelle di “Capua”, per poi conoscere in età augustea un "rilancio" come centro religioso, sulla scia della virgiliana «Eneide» (a Cuma, infatti, Enea interroga la Sibilla, che gli predice il suo futuro insediamento nel Lazio guidandolo in un viaggio iniziatico verso i misteri dell'Oltretomba). Contesa tra bizantini e longobardi, fu devastata nel X secolo dai saraceni, che ne decretarono l'irreparabile declino. Ancora molti sono i segreti sepolti sotto le rovine dell'antica Cuma e nella valle che per 10 km si estende in direzione di Licola; secondo gli esperti, la superficie finora esaminata non supera il 20 per cento di quella totale.