Oggi è una località di villeggiatura tra i boschi e i vigneti della valle dell’Ania. Nei secoli scorsi, però, era nota soprattutto per l’artigianato tradizionale delle figurine in gesso. A partire dal ’600, i maestri di questa arte popolare si spingevano – da qui e da altri paesi della valle – a vendere la loro merce in tutto il mondo.
La torre dei Rolandinghi, del decimo secolo, fa da campanile alla parrocchiale di S. Michele, duecentesca anche se rimaneggiata.
Il Museo della Figurina di gesso e dell’Emigrazione raccoglie oltre mille opere d’artigianato locale tra ’600 e ’900, e ripercorre le vicende della loro esportazione.