In una suggestiva insenatura rocciosa immersa nel verde, è una delle 'marine' di Nardò, da cui dipende amministrativamente.
Un tempo modesto borgo di pescatori, è stato 'scoperto' dagli amanti del mare, che qui hanno trovato acque trasparenti e coste per lunghi tratti disabitate e selvagge.
Questo nucleo, che solo il piccolo promontorio di punta dell'Aspide separa da Santa Caterina, è guardato da una cinquecentesca torre: si chiama torre del Fiume, per una polla d'acqua limpida che fino a tempi recenti sgorgava nelle sue vicinanze, ma è più conosciuta come Quattro Colonne, perché ne restano in piedi solo gli angoli. Ben più antica è però l'origine dell'abitato, porto commerciale di Neretum - l'attuale Nardò - che ha restituito tracce di ville, strutture portuali e terme. A confermare la sua funzione di scalo commerciale, la scoperta, nel 1982, del relitto di una nave risalente al III secolo a.C., carico di anfore greco-italiche. Nel 2009 è stato istituito il Museo dell'Accoglienza e della Memoria.
Usciti dal paese in direzione sud, è la vista della bianca Gallipoli a dominare il successivo tratto di costa, dove si allungano le spiagge di lido d'Alto e lido Conchiglie. La strada, allontanandosi dal mare per breve tratto, percorre il territorio della bonifica de Li Chiani, sopra un terrazzo calcareo a circa 70 m sul livello del mare dove la semplice chiesetta di S. Mauro, che custodisce tracce di affreschi dei secoli XII e XIII, testimonia la 'grecità' di queste terre.
Ritornati sulla costa si lambisce Rivabella, con ampia spiaggia e attrezzature turistiche.