Lorsica è un piccolo paese del versante orientale della Val Fontanabuona, di origine è remota, a giudicare dalla presenza di un ponte romano, e di economia medio-montana, allungandosi il suo territorio fino ai 1115 metri di quota della frazione Barbagelata. Il suo nome, tuttavia, è noto nel mondo dell'artigianato tessile come uno degli ultimi centri di lavorazione del damasco che, come il nome lascia intendere, ha origini mediorientali. Qui i telai sono come quelli che si adoperavano nel Cinquecento e il filo grezzo viene appositamente tinto e imbobinato su rocchetti dai quali si prepara l'ordito. Nella fase successiva i fili passano a otto per volta nel telaio, a uno a uno nei licci e poi ancora, a cinque a cinque, nel pettine. Per ottenere una pezza di un metro e trenta di altezza si devono far passare attraverso i licci ben 15mila fili. Può sembrare una follia, ma questo è il prezzo da pagare per ottenere un damasco che non appaia piatto, ma in rilievo dal dritto e concavo dal rovescio. I risultati sono assolutamente straordinari nel gioco dei disegni che, a fili d'oro e d'argento, si stagliano sui colori intensi dello sfondo. A Lorsica è rimasta attiva una sola azienda, di storia secolare, ma segnale incoraggiante è stata, nel 2007, l'inaugurazione del Museo del Damasco che su quattro piani racconta il millenario romanzo di questo tessuto.