L’antica Civitas Camunnorum deve il suo nome e la sua importanza ai romani che della valle, cui erano soprattutto interessati per l’estrazione e la lavorazione del ferro, la designarono nel I secolo a.C. capoluogo, arricchendola di edifici pubblici (teatro, anfiteatro, terme, tempio) e ville private. I più notevoli resti oggi attrezzati e visitabili in un parco sono quelli del teatro e dell’anfiteatro. I reperti rinvenuti nel sito di Cividate e in tutta la valle dalla fine del ’600 in poi sono raccolti nel Museo archeologico nazionale della Valcamonica. Nell’abitato si segnalano anche la parrocchiale di S. Maria Assunta, settecentesca, e un’antica alta torre merlata (XII-XIII secolo). Una diramazione tra natura e arte è quella che in circa 10 km risale il torrente Trobiolo fino al bell’altopiano di Borno, località turistica tra abeti e larici, in cui si segnala il quattrocentesco oratorio di S. Antonio. Non mancano le prelibatezze gastronomiche da gustare, come la salsiccia di castrato, vanto anche di altre località come Breno, Berzo Inferiore e Malegno.