Il centro medievale deve la sua fama alla storica fabbricazione della carta, che nel Trecento e Quattrocento contava fino a 40 botteghe. In tavola prevalgono gli insaccati di maiale: dal salame di Fabriano (impasto di prosciutto e spalla macinato fine) al prosciutto delle Marche, dal salame lardellato alla salsiccia, dal soppressato ai ‘mazzafegati’, dai ‘cicoli’ alla ‘barbaglia’. O ancora la porchetta (insaporita con sale, aglio, pepe e finocchio selvatico) e i fegatelli di maiale (freschi o conservati). Spostandosi verso i crinali appenninici s’incontrano allevamenti bovini di razza marchigiana (Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale Igp) ed equini tra le comunità montane del Catria, Cesano e Nerone. Degno di nota è il miele Colli delle Marche nelle varietà millefiori, girasole e melata di quercia (secondo antica usanza si abbina riscaldato al formaggio di fossa). Vale infine una visita il borgo di Genga per le vicine grotte di Frasassi e per la buona cucina a base di salumi e lumache.