Solo una vasta area a giardino (600 x 200 m) ricorda oggi la pianta della più grande struttura per lo sport di tutti i tempi, la cui capienza di 300 000 persone rende perfettamente l'idea della popolarità raggiunta nell'antica Roma dalle corse con le bighe (peraltro ben rappresentata, anche se con qualche esagerazione tipica di Hollywood, nel kolossal Ben Hur). Tralasciando le leggende secondo cui l'avvallamento tra Aventino e Palatino era usato in precedenza per le gare in onore del dio Conso (durante una delle quali sarebbe avvenuto il ratto delle Sabine), certo è anche che la struttura in muratura comparve già nel II secolo a. C. per essere poi più volte modificata e restaurata: da Giulia Cesare, da Augusto (che dotò il circo del palco imperiale e dell'obelisco di Ramses II oggi in piazza del Popolo), da Traiano, da Caracalla e ancora da Costantino (che volle l'obelisco di Tutmes III oggi in piazza S. Giovanni in Laterano). Dell'impianto, attivo fino al 549, sopravvivono solo pochi resti in laterizio relativi alla ricostruzione traianea (100-104), visibili vicino alla medievale torre della Moletta.