Centro cultuale di notevole importanza in età paleocristiana. Comprende la sede episcopale, che conserva i resti di due basiliche, di un battistero e di un’area cimiteriale in uso dal IV fino al IX secolo, abbandonati in seguito a scorrerie arabe. Varcato l’ingresso, si incontrano subito sulla destra una lunga teoria di sepolcri e un edificio rettangolare noto come basilica sepolcrale per il gran numero di tombe che contiene. Disposta perpendicolarmente a questa prima struttura se ne incontra subito un’altra, la cosiddetta basilica maggiore. Dotata in origine di nartece, era divisa in tre navate con altare al centro e cattedra episcopale presso l’abside. Ancora adiacente e parallelo a questo edificio era il battistero, con una serie di divisioni interne; al centro sta il fonte battesimale cruciforme dotato di scalini e inglobato in una struttura ottagonale. Adiacente all’area archeologica si trovava Cornus, città fondata dai cartaginesi probabilmente alla fine del VI secolo a.C., il cui nome era legato alle figure dell’eroe sardo-punico Ampsicora e del figlio Josto che nel 215 a.C., nel corso della seconda guerra punica, guidarono un’insurrezione contro i romani; la rivolta vide i sardi e le truppe cartaginesi di Asdrubale il Calvo soccombere. Della città punica pressoché nulla rimane fuori terra.