Vi si trovava il ghetto ebraico, istituito nel 1696 su decreto dell’imperatore Leopoldo I e abolito nel 1812. Residenti a Gorizia dalla fine del Duecento, gli ebrei furono elemento propulsore dell’economia locale e, di fatto, non vennero mai confinati nel ghetto. L’evento più tragico della comunità fu nella notte del 23 novembre 1943, quando furono arrestati e deportati ad Auschwitz. Lungo la via si trovano la sinagoga; un magnifico cancello in ferro battuto, adornato di motivi floreali e festoni, che presumibilmente di notte chiudeva uno degli accessi al ghetto; alcune case, strette le une alle altre, con ricchi portoni e terrazzini dai parapetti in pietra o in ferro battuto. Al civico N. 1 si nota la neoclassica casa d’abitazione del linguista, glottologo e Senatore del Regno d’Italia Graziadio Isaia Ascoli (1829-1907), il cui contributo fu decisivo negli anni postunitari nelle scelte politiche di quale italiano diffondere nelle scuole come lingua d’uso nazionale.