Oggi è sempre affollata, soprattutto per il passeggio e gli acquisti, ma un tempo vi si davano convegno mercanti, banchieri e nobili che scendevano dalle Strade Nuove. Sulla scia della corporazione che le ha dato il nome, la via continua ad accogliere numerose gioiellerie: tra le vetrine, spuntano preziose vestigia storico-artistiche, quali il magnifico sovrapporta in ardesia (Adorazione dei Magi) al N. 47/r, riferibile alla famiglia dei Gagini (secolo XV) e – all’angolo con piazza Campetto – l’edicola votiva con Madonna e santi (è una copia; originale al Museo dell’Accademia Ligustica), commissionata proprio dalla corporazione degli orafi. Incarico fin troppo ambito, come dimostra la tragica fine dell’autore Pellegro Piola, ucciso la sera stessa dell’esposizione dell’opera (1640).<br>Legate all’oreficeria, a giudicare dai toponimi, erano le attività praticate negli attigui vico degli Scudai e vico degli Indoratori: su questo affaccia, al N. 2, il palazzo Valdettaro-Fieschi, con un notevole portale eseguito intorno al 1460 da Giovanni Gagini. In vico degli Scudai si segnala, invece, casa Camilla (N. 8), abitazione del primo ’200 conservatasi quasi senza alterazioni.