Sede dal VII secolo di un complesso conventuale di monaci benedettini, nel 1725 passò ai padri ospedalieri incaricati di assistere i soldati infermi. Nel 1733-66 sorsero, su progetto di Giovanni Scalfarotto, le attuali fabbriche di un ospedale che fu manicomio, prima dei nobili paganti e poi, dopo la caduta della Repubblica, di pazienti di ogni estrazione sociale fino al 1978, quando venne chiuso. Il recupero promosso dalla Provincia di Venezia, che ha consegnato l’isola a funzioni internazionali di formazione (con la sede, dal 1994, della Venice International University), congressuali e ricettive, turistico-culturali (San Servolo Jazz Meeting a novembre e spazi per le esposizioni della Biennale), include la documentazione critica del passato: accanto alla chiesa settecentesca attribuita al Temanza è ordinato il Museo del manicomio di San Servolo, dedicato al tema della follia reclusa. Il museo è compreso nel servizio di visite guidate che riguarda la chiesa, il parco e altri ambienti storici del complesso, dalla Spezieria alla Biblioteca. L’isola, ricca di servizi, è accessibile anche solo per una passeggiata nei bei giardini alberati.