Calle Feraù conduce alla sacca di S. Girolamo, realizzata all’inizio del ’900 nel quadro dell’imbonimento delle zone barenose al margine settentrionale del sestiere e sfruttata, tra il 1924 e il 1929, per costruirvi uno dei maggiori complessi di edilizia popolare sorti a Venezia, in bella posizione sulla distesa della Laguna nord. Quest’area di Cannaregio, ora popolare e un po’ appartata, ebbe rilievo in passato per la presenza dei complessi conventuali delle Cappuccine, d’inizio ’600, cui si arriva scavalcando il rio di S. Girolamo e seguendo poi fondamenta Coletti, e di S. Girolamo, fondato nel ’300, dalla parte opposta del rio. Del primo resta solo la chiesa; accanto, una dimora signorile della famiglia Grimani (N. 3023), tardocinquecentesca, testimonia la trascorsa importanza dell’area. All’imponente edificio della chiesa di S. Girolamo, ricostruita a inizio ’700 su progetto di Domenico Rossi, toccò in sorte, nel secolo successivo, di essere usato come mulino a vapore e fabbrica di glucosio.