Vi si giunge per fondamenta Briati, fondamenta Barbarigo e fondamenta di Lizza Fusina (da cui partiva un tempo il traghetto per la terraferma). Il campo, circondato dall’acqua e alberato, conserva il fascino dell’originario ambiente lagunare in una delle parrocchie più antiche, periferiche e tradizionalmente povere della città: «mendìcoli», mendicanti, erano chiamati infatti i primi abitanti dell’area, pescatori e gente di precario mestiere raccolti però nella fiera comunità dei Nicolotti. La chiesa di S. Nicolò dei Mendìcoli, tra le più antiche di Venezia (VII secolo), conserva, pur nei rifacimenti (facciata laterale), la tipologia veneto-bizantina duecentesca. Il portico antistante è caratteristico delle antiche chiese veneziane come rifugio dei poveri. È tardo cinquecentesco l’apparato decorativo interno: una fastosa decorazione lignea scolpita corre lungo la navata centrale, con statue dorate di apostoli in corrispondenza delle colonne e altre (Madonna, S. Giovanni, due angeli) sull’iconostasi; le soprastanti tele raffigurano episodi della vita del Cristo (Alvise dal Friso e Palma il Giovane); nel soffitto, tre grandi dipinti celebrano san Nicolò (il Transito del santo è di Francesco Montemezzano).