Il campo si apre davanti al pronao corinzio sopraelevato della chiesa (Andrea Tirali, 1706-1714), affacciandosi sul rio con l’elegante balaustra dell’approdo a gradinata; l'omonimo campazzo si stende invece lungo il fianco sinistro dell’edificio ed è definito dall’ingresso, realizzato nel 1984 da Sergio Los su progetto di Carlo Scarpa, della sede principale dell’Istituto universitario di Architettura, che dal 1964 occupa gli ambienti dell’ex convento dei padri teatini. La chiesa di S. Nicolò da Tolentino venne progettata e iniziata da Vincenzo Scamozzi (1591-95), cui si deve l’interno maestoso, a croce latina e d’ispirazione palladiana, mentre la sontuosa decorazione di stucchi e pitture fu aggiunta nel Sei-Settecento. Tra le tele, particolarmente notevoli l’Annunciazione di Luca Giordano (parete destra del presbiterio), S. Girolamo visitato da un angelo del fiammingo Johann Liss (parete sinistra fuori del presbiterio), la Carità di S. Lorenzo di Bernardo Strozzi (parete esterna destra della cappella nel braccio sinistro del transetto); il grandioso altare maggiore è di Baldassarre Longhena.<br>Oltre il ponte dei Tolentini si apre il giardino Papadopoli, parco pubblico residuo di una ben più vasta area verde annessa al cinquecentesco palazzo Foresti-Papadopoli, sistemata nell’800 su disegno di Francesco Bagnara e tagliata in due dall’apertura del rio Nuovo (1932-33). Il sito è quello del complesso conventuale di S. Croce, demolito nel 1810, che ha dato il nome al sestiere.