La strada – come la vicina via Canonica – fa parte di un quartiere popolare, di case, laboratori e negozi, che si formò nel secondo ’800 sui terreni di monasteri scomparsi. Si trova ancora il piccolo chiostro del convento di S. Ambrogio ad Nemus, in via Peschiera 6, mentre nei cortili sopravvivono attività artigianali, come decoratori a stucco e gesso o abili restauratori. Al N. 19 di via Lomazzo, l’edificio industriale del mulino Mosca risale al 1887; in un’altra trasversale di via Sarpi, via Bramante, si trovano un’ex distilleria (N. 29) e l’officina elettrica della Montedison (N. 42). Nella zona si è stabilita, a partire dagli anni ’20-’30 del ’900, una robusta e attiva comunità cinese. Dalla fine degli anni ’70 un’immigrazione massiccia, e quasi sempre clandestina, ha trasformato il quartiere in un’indaffaratissima Chinatown. Prevalgono i negozi di import-export, prezzi stracciati e modesta qualità, ma sempre aperti e con continui e repentini cambi di gestione. Molti anche gli alimentari, le trattorie e i take away, le erboristerie e le piccole bigiotterie, oltre a rivendite e noleggi di DVD gestiti da cinesi per i residenti cinesi.