Il quartiere più popolare di Pozzuoli si è sviluppato sull'acropoli della primitiva colonia romana. Dagli scavi archeologici volti a rivalorizzare l'area (attualmente chiusa per lavori) è emersa una città sotterranea, a 15 m dalle fondamenta degli edifici seicenteschi. A tratti della cinta muraria greca si aggiungono i ritrovamenti della romana “Puteolis”, la cui struttura urbanistica era definita dall'intersecarsi del decumano e del cardo massimi. Lungo il percorso del decumano di cui sono venuti alla luce depositi per il ricovero del grano, numerose «tabernae», un panificio a più stanze, con cinque macine di pietra lavica. È stata inoltre identificata una cucina di epoca tardo-repubblicana, con un camino e due banconi di appoggio. Di grande importanza, nei pressi del «Capitolium» (trasformato in Duomo in epoca paleocristiana), sono il complesso dei cinque criptoportici voltati a botte, le parti di un tempio augusteo, sculture e statue marmoree di splendida fattura e alcuni preziosi Larari, con divinità tutelari alle pareti. Parte dei reperti è esposta al Museo archeologico dei Campi Flegrei, nel castello di Baia. Al Museo nazionale di S. Martino a Napoli sono invece molti dei dipinti che ornavano l'interno del Duomo, mentre ancora in situ si trova la tomba di G.B. Pergolesi, morto a Pozzuoli nel 1736.