Severità romanica e fantasia barocca s'incontrano in questa chiesa fuori le mura, che si raggiunge prendendo per viale San Nicola. Fu voluta - come ricorda l'epigrafe sopra il portale - da Tancredi d'Altavilla, conte di Lecce e ultimo re dei normanni, e terminata nel 1180. Se medievali sono il rosone e il portale dalla raffinata cornice con arabeschi e motivi vegetali, si devono a Giuseppe Cino il ricco coronamento del fastigio, i decori in pietra leccese e le statue barocche sulla facciata (1716). Romanico è anche il campanile a vela, mentre di chiara derivazione orientale è la cupola su alto tamburo ottagonale, ben visibile entrando nel cimitero. Severo è l'interno della chiesa, con alte e strette navate scandite da pilastri polistili.<br>Di età gotica invece sono gli affreschi più antichi con Storie di S. Nicola e di S. Benedetto.<br>Risale alla fine del XII secolo anche l'annesso convento, costruito per volere di Tancredi. Furono gli Olivetani, succeduti ai Benedettini nell'occupazione dell'antico complesso, a incaricare Gabriele Riccardi della realizzazione di un primo chiostro (1559) a colonne binate, al centro del quale si erge un pozzo barocco coperto da un'elegante edicola su colonne tortili. Il portale che si apre sul fianco della chiesa nel chiostro riporta l'anno della fondazione e forse il nome dell'architetto (Agnello di Nicola) e del sovrano Guglielmo II, sotto il quale si completò la fabbrica. Il secondo chiostro risale invece al 1634. Gli ambienti conventuali al primo piano ospitano attualmente le aule della Facoltà di Beni Culturali dell'Università del Salento.<br>Merita una visita anche il cimitero che si stende vicino la chiesa. Risalente alla metà del XIX secolo, vi si scorgono interessanti cappelle in stile neomedievale.<br>Lungo la vecchia strada per Surbo è la cilindrica torre di Belloluogo, del XIV secolo, interessante esempio di architettura difensiva di età angioina, amata dalla contessa di Lecce Maria d'Enghien.