Il nome allude presumibilmente alle proporzioni dell’antica chiesa in luogo della quale Giovanni Scalfarotto costruì questa, nel 1718-38, vista la mole con cui oggi balza agli occhi di chi esce dalla Stazione di S. Lucia, protendendosi sul Canal Grande con l’elegante pronao corinzio su alto basamento gradinato (memore di quello della vicina S. Nicolò da Tolentino), sormontato dalla cupola rivestita di lastre di rame. A piano circolare, a un ordine di lesene e colonne corinzie, presenta quattro altari simmetrici e due pergami; sul fondo si apre il presbiterio allungato ai lati da absidi.