È l'immagine della Controriforma questa chiesa, costruita per i Teatini tra il 1591 e il 1639, che ricorda nella facciata la chiesa romana di S. Andrea della Valle. Ma al rigore e alla solennità proprie dell'architettura controriformista si unisce qui un'inconsueta ricchezza dei decori in pietra, dovuta al fatto che patrona di Lecce prima di S. Oronzo fu proprio S. Irene, la cui statua settecentesca, realizzata dallo scultore leccese Mauro Manieri, si riconosce nell'arcata tra le colonne del portale. E proprio perché dedicato alla santa protettrice della città, il tempio presenta, sull'alto frontone, lo stemma civico, con la lupa che passa sotto un leccio coronato. Spiccano al suo interno, riportati all'antico splendore da un restauro, i fastosi altari del transetto, mirabili esempi del barocco leccese e, alle spalle dell'altare maggiore, la tela con il Trasporto dell'Arca santa (1758), considerato uno dei più significativi lavori di Oronzo Tiso. Attiguo è il convento del Teatini, che ospita manifestazioni e mostre temporanee. In angolo su via Vittorio Emanuele è palazzo Personè, di origini cinquecentesche, ma ampiamente ristrutturato nei secoli successivi. Di notevole pregio sono le mensole zoomorfe dei balconi.