Il percorso tra Fluminimaggiore e i centri di Gùspini e Àrbus offre testimonianze significative di archeologia industriale, in particolare nelle miniere di Ingurtosu (m 254) e Montevecchio (m 370), borghi minerari dismessi oggi siti del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna. Il centro minerario di Ingurtosu fu nella seconda metà dell’800, e fino alla crisi dell’immediato secondo dopoguerra (ma la chiusura definitiva avvenne nel 1973), una realtà mineraria molto importante. Oggi si presenta come un insieme silenzioso e sparpagliato di strutture ottocentesche in rovina, con tocchi liberty nel neogotico complesso direzionale della miniera. All’epoca della gestione inglese il direttore, l’imprenditore inglese Lord Brassey, gestì il complesso minerario con un’impronta paternalistica, dotandolo di servizi non direttamente funzionali alla produzione (ospedale e chiesa). Nel sito si visitano oggi il compendio del pozzo Gal, le tramogge e l’ex centrale elettrica. In un edificio restaurato alle spalle del pozzo è allestito il Museo multimediale della miniera.