Così è oggi ufficialmente denominato palazzo Giuli, per via della sua ‘estranea’ facciata di un ‘color dell’aria’, memore dei palazzi di San Pietroburgo. Fu infatti realizzata nella seconda metà del ’700 in omaggio al gusto degli ospiti che qui soggiornavano, quando l’edificio era sede dell’ambasciata di Russia.<br>In principio, l’edificio fu il risultato della ristrutturazione di alcune case-torre medievali trecentesche. Nel ’500 fu trasformato in palazzo tardo-rinascimentale, e poi ancora rimaneggiato nei secoli successivi. La Fondazione CariPisa ne ha curato il restauro e la destinazione a centro d’arte e cultura, con esposizioni temporanee.<br>I saloni affrescati ospitano la collezione permanente dell’istituto, con opere fra ’300 e ’900 strettamente connesse alla città, di artisti come Cecco di Pietro, Taddeo di Bartolo, Agnolo Gaddi, Getto di Pietro, Benozzo Gozzoli, Vincenzo Foppa, Aurelio Lomi, il Cigoli, Orazio Gentileschi, Artemisia Gentileschi, Giovanni Battista Tempesti, Giuseppe Bezzuoli, Luigi Gioli; tra i moderni, Fortunato Bellonzi, esponente del secondo futurismo.