La galleria sotterranea che funge da collegamento tra palazzo dei Conservatori e Palazzo Nuovo venne realizzata negli anni '30 del '900 e dal 2005 ospita il nuovo allestimento degli esemplari più significativi della collezione epigrafica dei Musei Capitolini. Da qui un moderno corridoio sulla destra porta ai resti del tempio di Veiove (chiusi in un'area normalmente non aperta al pubblico), riportati alla luce durante gli scavi della galleria sotterranea insieme a porzioni di edifici privati di epoca imperiale e di un muro di età repubblicana. Dedicato nel 192 a.C. ma ricostruito nel I secolo a.C., il luogo di culto documentava la mescolanza di elementi architettonici italici con altri di tradizione tardo-ellenistica. Dell'edificio sono stati individuati il podio, la cella con lesene in corrispondenza degli angoli e del pronao, e l'ara con il colossale simulacro della divinità interpretata come Giove sotterraneo, nonché parte delle murature. Superati i resti del tempio si percorrono le strutture del Tabularium, l'archivio di stato di Roma "nascosto"sotto il palazzo Senatorio. Fino a uscire nel grandioso portico, affacciato sul Foro Romano, con un prospetto di ordine dorico e 11 grandi arcate (solo alcune aperte al pubblico). Qui ci si rende Conto come il piano terra del Tabularium corrisponda, a causa del dislivello, al primo del prospetto rivolto verso il Foro Romano, a cui la struttura era unita da una scalinata e di cui il complesso capitolino formava una quinta architettonica di sfondo. Da questi archi si apre uno splendido panorama sull'area archeologica, con il carcere Mamertino e la chiesa dei Ss. Luca e Martina sulla sinistra, i Fori Imperiali sullo sfondo, l'arco di Settimo Severo e la via Sacra di fronte, l'arco di Tito e la verde collina del Palatino sulla destra.