Le celebrazioni che vi si tengono ogni anno nella notte tra il 7 e l'8 settembre in onore della Vergine sono proverbiali, e sono divenute il simbolo della festosità napoletana tra fuochi d'artificio e mortaretti. Di origine duecentesca e più volte trasformata (un tempo era la cappella di S. Maria dei pescatori di Mergellina), la chiesa ebbe l'ingresso rivolto alla Grotta fino alla ristrutturazione del Seicento, quando ne fu mutato l'orientamento. L’attuale veste ottocentesca fu voluta dai Borbone, che ogni anno partecipavano alla festa con un solenne corteo reale. Nell'interno, che mostra nell'anomalo impianto le vicende costruttive, le opere più importanti sono una tavola (Deposizione di Cristo, circa 1480) con influenze franco-fiamminghe, e la statua lignea della Madonna col Bambino, della bottega di Tino di Camaino.