Luogo di culto costruito con l'annesso convento degli Agostiniani Scalzi in due fasi (quella degli anni 1672-75 fu su progetto di Carlo Rainaldi) e restaurato nella seconda metà dell’800. La facciata del Rainaldi riflette l'austerità dell'ordine mendicante. Il sontuoso interno orchestrato dallo stesso Rainaldi recuperando tutta la spettacolarità barocca, è a sala con volta a botte e tre cappelle per lato. La decorazione, realizzata nel 1678-90 per munificenza di Giorgio Bolognetti, che fece della chiesa il 'pantheon' della propria famiglia, si caratterizza per i monumenti funebri collocati sopra i confessionali, in forma di logge o palchetti teatrali, entro i quali 'recitano' i personaggi, caratterizzati da movimento ed espressione (1681-83). Ricchissimo il presbiterio (1678-80) con altare maggiore, realizzato su disegno del Rainaldi. I dipinti sull'altare e sulla volta della sagrestia sono attribuiti a Giovanni Lanfranco.