È la prima delle abbazie fondate dall’ordine religioso degli Umiliati. Nacque poco dopo il 1170, e la chiesa fu completata entro la metà del ’300. Dopo la soppressione degli Umiliati, Viboldone passò ai frati Olivetani, ma anche questi abbandonarono il monastero due secoli più tardi. Dal 1941 si è stabilita qui una comunità di monache benedettine di clausura, che si dedicano con ottimi risultati a lavori di restauro codicologico. La chiesa ha facciata a capanna, alta e slanciata tra le due semicolonne che delimitano la fascia centrale. La pietra candida dell’oculo e del portale contrastano col rosso del mattone. L’interno era riccamente decorato di affreschi tardo trecenteschi: ne restano una Madonna in trono e santi di chiara ispirazione giottesca nella parete di fondo dell’ultima campata e, di fronte, un Giudizio universale considerato il capolavoro di Giusto de’ Menabuoi. Una Madonna con bambino, santi e offerente, affrescata da Michelino da Besozzo, si trova nella navata destra.