Al margine della foresta di Vallombrosa, l’abbazia è la casa madre della Congregazione vallombrosana, fondata nell’undicesimo secolo da San Giovanni Gualberto. Tramite acquisti e donazioni, grazie anche al sostegno della Repubblica di Firenze, divenne una sorta di ‘signoria rurale’ che dal monte Secchieta scendeva fino alle sponde dell’Arno.<br>Il portale bugnato, che risale all’elegante ristrutturazione seicentesca di Gherardo Silvani, dà accesso all’atrio scoperto. Si affaccia qui la chiesa, con facciata del 1644 e alta torre campanaria duecentesca; all’interno, d’aspetto barocco, spicca l’organo Tronci.<br>La sagrestia rinascimentale conserva una tavola di Raffaellino del Garbo e una maiolica di Luca della Robbia.<br>Dalla sagrestia si entra nel monastero. Il chiostro della Meridiana è del 1470. Nel Refettorio, che anche negli arredi è di veste barocca del 1740, pendono quattordici tele di Ignazio Hugford.<br>Il Museo d’Arte Sacra presenta dipinti (fra cui una pala di Domenico Ghirlandaio), paramenti sacri, argenti, oreficerie, legni intagliati e dorati, legati alla storia della Congregazione.<br>Una breve passeggiata raggiunge l’eremo delle Celle, detto il Paradisino, che offre un ampio panorama sull’abbazia.