Il più imponente e significativo luogo di culto romanico a Molfetta, con cupole in asse. Dedicato al protettore della città, S. Corrado, nobile di Baviera che dopo una gioventù avventurosa di guerriero alle crociate si ritirò in eremitaggio in una grotta in Terra di Bari, fu iniziato intorno alla metà del XII secolo e terminato nel successivo, non conoscendo le usuali manipolazioni barocche grazie al trasferimento del titolo di chiesa madre nella Cattedrale a fine '700. Lo schema costruttivo del Duomo vecchio era già ampiamente in uso dall'XI secolo nelle opere conventuali benedettine della zona: esso consta di tre cupole di diversa dimensione, rivestite all'esterno con strutture piramidali, e di navate laterali voltate con semi botti; la prima costruzione dovette avere diverse fasi di esecuzione, come dimostrano le due torri campanarie (unico esempio giunto a oggi nella sua integrità morfologica) e l'accenno delle arcate laterali cieche, che si richiamano all'architettura della basilica di S. Nicola a Bari. Aggiunte del '400 sono le cappelle a ridosso dell'edificio e il coro, di cui restano due soli frammenti. L'attuale facciata sul porto, pensata perché la chiesa fosse ben visibile dal mare, è stata restituita a tale funzione dai restauri degli anni '30 del '900: arricchita da due cappelle, poste come torri mozze, si presenta in consonanza tipologica con le analoghe espressioni architettoniche del romanico pugliese. Attraverso un arco aperto nell'adiacente ex sede vescovi le si passa nella piccola corte di S. Corrado, dove si apre un prospetto laterale che nel medioevo era invece quello principale, in quanto rivolto al tessuto del nucleo storico. L’interno, a tre navate, conserva dell'arredo sacro l'acquasantiera del Saraceno (XII secolo; a destra entrando), un coevo pluteo in pietra (cappella di S. Michele arcangelo) e l'altorilievo in pietra duecentesco che regge l'altare maggiore.