Il Duomo di Prato è una chiesa di stile romanico pisano-lucchese, costruita a partire dal 1211 al posto di un’altra chiesa molto più antica: la pieve di S. Stefano. Nella prima metà del ’300 si rifecero l’abside e la crociera, su progetto - vuole la tradizione - di Giovanni Pisano, mentre la facciata a strisce bianche e verdi, di stile tardogotico, fu costruita fra 1385 e 1457.<br>La lunetta in terracotta invetriata che si trova sopra il portale è di Andrea della Robbia (1489). D’angolo spicca il pergamo del Sacro Cingolo, realizzato fra 1434 e 1438 da Michelozzo per l’architettura e da Donatello per il parapetto, che raffigura una Danza di putti (le formelle originali sono al Museo dell’Opera del Duomo). Il campanile, in stile romanico-gotico, fu costruito fra ’200 e ’300.<br>L'interno, a tre strette navate su colonne in marmo verde, ha una decorazione a fasce bicrome analoga a quella della facciata (storicamente il primo caso del genere in Italia). Il pavimento geometrico, in pietra alberese, marmo rosso e serpentino verde, è opera di Bernardo del Basso (1542-1545).<br>Sopra il portale maggiore si vede il terrazzo (di Maso di Bartolomeo, 1434-38) da cui le autorità religiose e civili accedono al pulpito esterno durante la cerimonia dell’ostensione; sulla parete, L’Assunta che dona la cintola a S. Tommaso, con S. Stefano, un santo vescovo, S. Caterina e S. Margherita, di Ridolfo del Ghirlandaio.<br>Nella navata centrale è collocato il pergamo (1473) di Mino da Fièsole e Antonio Rossellino.<br>Nel transetto destro si trova un monumentale candelabro bronzeo di Maso di Bartolomeo. Alla parete destra, il tabernacolo della Madonna dell’Olivo, opera dei fratelli Giuliano, Giovanni e Benedetto da Maiano (1480), incornicia una Madonna col Bambino in terracotta di Benedetto da Maiano.<br>All’altare maggiore spicca un Crocifisso (1653) di Ferdinando Tacca.<br>Nella cappella maggiore del presbiterio si svolge il grandioso ciclo di affreschi (Storie di S. Giovanni Battista e di S. Stefano), eccelsa opera del primo rinascimento eseguita da Filippo Lippi (1452-1466) con l’aiuto di Fra’ Diamante; la figura di Salomè danzante è forse ritratto di Lucrezia Buti.<br>Un altro ciclo di affreschi (Storie di S. Stefano e della Vergine) decora la prima cappella a destra del presbiterio (cappella dell’Assunta): iniziati verso il 1433, sono opera di Paolo Uccello; la decorazione fu completata in basso, sempre nel ’400, da Andrea di Giusto.<br>Nella seconda cappella a destra del presbiterio (cappella Vinaccesi), con affreschi ottocenteschi, è da notare un commovente Cristo deposto, scultura lignea del ’300. Nella prima cappella a sinistra (cappella Manassei), affreschi dei primi del ’400 della scuola di Agnolo Gaddi.<br>All’inizio della navata sinistra, la cappella del Sacro Cingolo (1385-1395) è chiusa da una cancellata in bronzo iniziata da Maso di Bartolomeo (1442) e ultimata da Pasquino di Matteo da Montepulciano (1460-1468); la leggenda della preziosa reliquia (la cintura consegnata dalla Vergine a san Tommaso), giunta a Prato nel 1174, è narrata negli affreschi di Agnolo Gaddi (1392-1395) che decorano l’intero vano. L’altare in marmi pregiati e pietre dure (1745-1760) è opera di Giuseppe Cerroti; la Madonna col Bambino è un capolavoro di Giovanni Pisano (circa 1317); il paliotto che custodisce la teca della reliquia (1983) è di Emilio Greco.