Ad annunciarla è la poderosa mole di uno dei più alti campanili di Venezia (70 m). Della chiesa duecentesca dei frati minori francescani (Frari) nulla resta, poiché l’edificio che oggi si vede, severo e grandioso, fu iniziato nel 1340 e compiuto oltre un secolo dopo, a racchiudere 500 anni di memorie di storia e cultura della Serenissima. Nella facciata di tardo stile gotico, un portale archiacuto dà accesso al solenne interno a tre navate, divise da 12 poderosi piloni collegati da catene di legno e scandito da altari, urne pensili e monumenti funebri; nella posizione originaria resta, a chiusura della navata mediana, il coro dei Frati, con rivestimento esterno in marmo e stalli intagliati e intarsiati (1468). Le sette cappelle (la maggiore e le sei laterali) nel transetto sono legate a confraternite o a importanti famiglie veneziane.<br>La ricchezza di opere d’arte della chiesa ne fa quasi un museo. Capolavori assoluti sono la maestosa Assunta di Tiziano (1516-18), di geniale originalità compositiva, dietro l’altare maggiore; la Madonna in trono con Bambino e santi, trittico di Giovanni Bellini firmato e datato 1488 all’altare della sagrestia, in cui le modeste profondità della preziosa cornice intagliata e dorata contribuiscono a definire straordinari risalti plastici in una perfetta fusione di luci e colori; la pala nota come Madonna di Ca’ Pesaro ancora di Tiziano (1526), al 2° altare sinistro, che esalta le imprese del vescovo Jacopo Pesaro comandante contro i turchi e ritrae con eccezionale acutezza i vari membri della famiglia, il più giovane dei quali rivolge l’occhio allo spettatore quasi a coinvolgerlo nella scena. Nella cappella a destra della maggiore è il S. Giovanni Battista, scultura in legno dipinto di Donatello (1450 circa). Fra i monumenti funebri si segnalano quello a Tiziano (1852), eretto sul luogo in cui secondo la tradizione sono conservate le spoglie del maestro (2ª campata destra); il prospetto marmoreo con l’urna del doge Niccolò Tron (Antonio Rizzo e aiuti), capolavoro della scultura rinascimentale veneziana (parete sinistra del presbiterio); la tomba di Claudio Monteverdi nella cappella dei Milanesi (3ª a sinistra della maggiore); la colossale macchina macabra di Baldassarre Longhena per il doge Giovanni Pesaro (presso la porta laterale della navata sinistra); la piramide funebre eretta ad Antonio Canova su disegno del maestro (in corrispondenza della 2ª campata sinistra).